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tedesco.html 29.11.2017
 

Helmar Kloss

 La lingua tedesca


     È il Tedesco veramente una lingua difficile? Io credo che sia piuttosto un pregiudizio. La grammatica sem­bra difficile, vero, specialmente paragonata a quella dell'Inglese. Ma quattro casi non contano quanto contano le diverse forme dei verbi italiani. Quanto è difficile la declinazione quanto è facile la coniugazione com­pa­rata a quella dei verbi italiani. E che conta di più - se qual­cu­no/a ha la pazienza di rendersene conto imparandola - è la richez­za di parole, la richezza delle famiglie di parole, le va­riazioni con pre- e postfissi, la poesia delle allusioni imma­gi­narie che si trovano dappertutto …
     Perciò la gente in Alsazia, Alto Adige … non lascia questa lin­gua madre come l'hanno fatto quasi due mila anni fa i Cel­ti nella Gallia conquistata dai Romani! Anche il sud e l'ovest del­la Germania attuale faceva parte dell'Impero Romano per quattro o cinque secoli, ma la gente lì n o n ha lasciato ne la loro lin­gua ne la loro civilizzazione! Ha imparato molto, questo sì, 40% delle parole hanno una origine latina, ma senza rinunciare alla loro identità culturale! Già a questo tempo la lingua tedesca fu insostituibile per quelli che la parlavano! Allora sono 100 mi­lioni o quasi che la parlano in Europa. E sempre più gente vuole impararla.
     Potete credermi! È une lingua bellissima! Ma per capirlo è neces­sario conoscerla! È come la musica di Beethoven! Non si capisce facilmente, ma se l'hai capito diviene evidente che sia il colmo di tutta la musica mai composta!
     Un piccolo esempio dal mio "Oreste" come illustrazione:
     "Was richten Waffen aus, wo die Gefühle trügen?" (È l'ultima frase del primo atto).
     "A che cosa servono le armi se i sentimenti in­gan­na­no?"
     La traduzione è corretta, ma non c'è la poesia dell'originale. La frase tedesca ha tre accenti: "Was" (English "what"), "W a f­fen" (arms), "Gef ü h le" (feelings) o anche "W a f­fen", "Gef ü h­le" e "t r ü gen". (È un verso, ma rispetta il ritmo del Tedesco normale). Il testo ita­liano ne ha sei. Allora manca l'impeto!
     "Servire" in Tedesco: dienen, nützen (essere utile), helfen (aiu­tare). Ma io scrivo "a u s richten" che significa tra altro: ottenere qualcosa, arrivare a qualcosa. La radice è "richten": dirigere, volgere, esprimere un giustizio, rendere giusto ecc. Io scrivo "wo" (dove = where), qui anche con una piccola al­lusione a "quando" (when). Emanuela ha scritto "se" (wenn = if). Non vedo alternativa.
     Ma perchè ho scritto io "wo" = "dove"? Perchè Oreste, dicendo la frase, "vede" (si figura) il padre nella vasca da bagno dove l'han­no ammazzato, men­tre le sue armi furono deposti su una sedia accanto. Una sil­la­ba - "wo" - accenna tutta la scena imma­ginaria descritta prima, ma non si può tra­durre.
     In più, ci sono "Binnenreime" (rime interne) con quali hanno operato gli antenati germanici, non rimi finali che usano molti poeti imitando le lingue latine: W a s, W affen, w o, Gef ü hle, tr ü gen.
     "Ingannare" in Tedesco è "b e trügen", mentre "trügen" significa piuttosto "rendere illuso­rio", fa di un sentimento (Gefühl) un'al­lucinazione, qual­cosa di erroneo. Agamennone ha creduto di essere a casa, al sicuro, ma non lo fosse.
     Per concludere: Si, il Tedesco è abbastanza difficile, ma vale la pena!
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